Un cane in famiglia

Perché un animale?

Nell’immaginario dei bambini gli animali ricoprono da sempre un ruolo particolare. Un bambino di fronte a un animale non può che sentirsi fortemente sollecitato, da sentimenti negativi come positivi, per la peculiarità di questi esseri viventi nell’attrarre la loro attenzione. Un tale strumento è in grado di facilitare il compito dell’educatore che intende trasmettere determinate competenze ai minori, perché permette di superare più facilmente lo scoglio dell’indifferenza del bambino. Anche nelle fiabe, per esempio, gli animali sono il veicolo privilegiato per immedesimare specifiche qualità umane simili al loro carattere, attraverso la personificazione degli animali stessi.

Vi sono diversi punti di contatto tra il bambino e l’animale. L’infanzia può essere considerata come il periodo più “animale” della vita, in quanto il bambino è un cumulo di istinti che va lentamente civilizzato, e la cui ragione viene educata al fine di diventare un adulto. Il minore, quindi, vede nell’animale un essere che gli assomiglia, per la sua spontaneità e naturalità. Un altro punto di contatto tra il bambino e determinati animali domestici (soprattutto il cane), è la tendenza al gioco; entrambi utilizzano questa modalità di rapporto con la realtà e con i simili, e possono interagire tra loro proprio attraverso attività ludiche. Infine, una potente attitudine che possiedono alcuni animali (come ad esempio l’esemplare di Labrador da noi posseduto) è quella di trasmettere tranquillità e serenità. La docilità del loro aspetto calamita l’attenzione dei minori, e nel contatto fisico con essi l’animale sembra assorbire le frustrazioni, piccole e grandi, che  i piccoli portano in cuore.

Obiettivi educativi principali della pet-therapy

  • Educazione all’affettività
  • Educazione alla responsabilità
  • Educazione alla diversità/alterità

L’animale è capace di affetto nei confronti dell’uomo. Il cane in particolare, concepisce la sua esistenza in funzione del padrone, e sa riversare nei suoi confronti un affetto senza limiti. Questa “gratuità” del cane stupisce l’essere umano che gli sta di fronte, soprattutto se non abituato a questo a causa di trascorsi difficili. Se accoglie l’amore dell’animale, il minore potrà fare esperienza di questa gratuità, che gli servirà come modello anche nei rapporti con le altre persone. Anche l’autostima del bambino cresce nel rapporto con un animale, perché quest’ultimo non entra in competizione con lui come avviene coi pari età, ma si pone anzi in obbedienza al colui che lo ammaestra.

Tra i compiti che si possono affidare a un bambino, al fine di renderlo affidabile rispetto ai doveri assegnatili all’interno di un contesto plurale, la cura degli animali è certamente uno dei più belli e adatti che si possano pensare. Varie sfaccettature della responsabilità personale vengono toccati da tale attività. Prima di tutto, il bambino deve rispondere a qualcuno del proprio operato, cioè all’adulto che lo ha incaricato. Dopo di ciò, il minore è tenuto a rispondere di qualcuno, cioè dell’animale, il cui benessere è legato all’operato del bambino. Quest’ultimo sarà tenuto a organizzare il proprio tempo sapendo di doversene ritagliare un po’ per il compito assegnatogli, ma avrà la possibilità di ricevere immediatamente un feedback dall’animale che gli mostrerà tutta la sua riconoscenza.

Un bambino, anche molto piccolo, coglie immediatamente non solo, come detto sopra, la somiglianza con un animale, ma soprattutto la diversità dello stesso rispetto a sé. Ancor di più che rispetto agli altri bambini, il minore riconosce l’assoluta incontrollabilità ultima dell’animale stesso, a partire dalla possibilità di comunicare con lui, tant’è che sarà obbligato a sviluppare modalità metalinguistiche per interagire con esso. Se vorrà avere la benché minima speranza di sentirsi ascoltato dall’animale, il bambino dovrà uscire dai propri schemi, per seguire le caratteristiche dell’”oggetto” in questione. Facendo così si accorgerà lentamente di come tutta la realtà che lo circonda, mondo umano e naturale, siano altro da sé, e quindi depositari di una dignità che merita rispetto e conoscenza.

Obiettivi “a caduta”

Per obiettivi “a caduta” si intendono quegli obiettivi che si possono raggiungere indirettamente attraverso il perseguimento di quelli principali.

  • Sviluppo cognitivo. Nel rapporto con un animale, il minore è tenuto a migliorare la sua capacità di attenzione rispetto al dato che ha di fronte, a memorizzare quanto appreso, a risolvere problemi.
  • Crescita della moralità e della zoo-tolleranza. Il bambino riconosce che gli animali sono esseri indifesi, che necessitano del rispetto e della cura dell’uomo. Nelle pratiche attraverso cui è condotto a rapportarsi con l’animale, il bambino non si muove a partire dai propri desideri, ma si trova a dover seguire determinate modalità che partono dalle esigenze di chi ha di fronte (nel nostro caso il cane).
  • Accrescimento dell’empatia e della sinergia con l’altro. Le attività con un animale permettono il nascere di una simbiosi tra due esseri differenti, i quali realizzano due comportamenti complementari per raggiungere lo stesso fine. Tale capacità può essere riportata anche nel rapporto uomo-uomo, perché aiuta il bambino a superare il proprio egocentrismo pratico.

Casa San Benedetto ospita, dal 2011, un esemplare di  Labrador retriever femmina addestrato, allevato nelle strutture della comunità di San Patrignano dal gruppo “Cani da Vita“. Meg (questo è il suo nome), nata nel 2009, da anni accoglie assieme a noi i bambini che arrivano nella nostra struttura, i quali ne restano felicemente colpiti. Ogni giorno, assieme agli educatori, i nostri ragazzi si prendono cura delle sue necessità, e condividono con lei intensi momenti di gioco. Meg contraccambia le nostre attenzioni con la sua sorprendente dolcezza e affettuosità!
Anche i ragazzi del quartiere sono legati al nostro cane, e il suo effetto benefico si riversa anche su di loro, come testimonia il tema scritto da uno di essi (Tema su Meg di M. M.).

ECCO QUI LA NOSTRA MEG!