Casa San Benedetto: un’avventura cominciata 11 anni fa.

Una Storia di storie

Il 7 aprile 2007 era tutto pronto. Dopo 6 mesi di lavori di ristrutturazione necessari ad accogliere il nuovo nucleo familiare comincia l’avventura di Casa San Benedetto. “Scegliete una data significativa” avevano suggerito alcuni amici della famiglia Garbujo. Ed ecco il perché dell’ingresso nel giorno 7 aprile, Sabato Santo. Tutti eravamo consapevoli che era l’inizio di una vita nuova per la famiglia accogliente, i tanti amici, i sostenitori e per tutti i figli che sarebbero stati accolti.

Così è stato. Una nuova vita piena di bellezza, sfide, amicizia, difficoltà, stupore, gratitudine.

Alcuni numeri di questi 11 anni:

  • 18 minori accolti;
  • oltre 12.000 ingressi tra famiglie, ragazzi, amici piccoli e grandi, volontari, associazioni, sostenitori.
  • oltre 500 eventi tra Incontri, convivenze, testimonianze, momenti di formazione, di preghiera, di gioco, di lavoro;
  • oltre 45.000 ore di volontariato a supporto dell’opera.
  • Adesione a Famiglie per l’Accoglienza e alla rete Dimore per l’accoglienza.

Una vita piena e appassionante, insomma, resa possibile da un’amicizia tra famiglie che hanno cercato innanzitutto di tener vive le ragioni per cui val pena aprire la porta della propria casa e del proprio cuore. Infatti è la riscoperta quotidiana di un bene ricevuto, di una preferenza vissuta che permette di guardare i ragazzi accolti in modo tale che, da sconosciuti ed estranei, quando entrano in casa diventino figli per sempre.

Il rapporto con la maggior parte dei ragazzi usciti da Casa San Benedetto continua. Il bene vissuto non si perde.

Questi risultati sono stati possibili anche per l’aiuto e la collaborazione costante con tutti gli operatori dei Servizi Sociali del territorio con cui si è consolidata una stima e un rispetto cresciuti nel tempo.

Riassumiamo con questa citazione di Dag Hammarskjöld (premio Nobel per la pace del 1961) la posizione del nostro cuore:

“Per tutto quello che è stato: grazie. Per tutto quello che sarà: si.”